Luca Corradi
Luca Corradi

Co-Founder

Non succede, ma se succede…

Cosa accade se il mondo online si interrompe? Pensiamo alle nostre azioni quotidiane quando ci troviamo a rispondere a messaggi, cercare informazioni o completare una registrazione. Essere senza connessione per pochi minuti o frazioni di secondo, ci mortifica e innervosisce. In questa epoca iper-connessa, sembra utopico pensare che il mondo online possa eclissare, ignorando i nostri estenuanti tentativi di connessione. Eppure è quanto accaduto ieri: migliaia di navigatori sono rimasti delusi nel trovare la comunicazione “Error” anziché le proprie schermate d’interesse. Ecco che, grazie a questo episodio, si torna a parlare di “fragilità” virtuale.

Che cosa è successo?

Se vogliamo trovare un “colpevole” – o meglio responsabile – dobbiamo nominare Fastly, nome decisamente inflazionato nelle ultime ore sui vari motori di ricerca. Si tratta di una delle aziende americane più grandi nella fornitura di Content delivery network (CDN), server che permettono ai contenuti di essere distribuiti in maniera ottimizzata e semplice (ad es. immagini, files javascript e altri file tecnici). Ebbene ieri, proprio nell’orario di punta delle 12, i CDN di Fastly sono saltati, screditando il nome aziendale tanto velocemente quanto il presunto servizio offerto. Diversi sono i grandi siti affidatari all’azienda americana (citare Amazon può bastare?) che, di riflesso, hanno vista sospesa parte della loro vita online. Inutile immaginare i disguidi tecnici derivanti da questo black-out virtuale e la corsa contro il tempo per risolvere il problema che, fortunatamente, è avvenuto nell’arco di un’ora.

Si può evitare il problema? Se si, come?

Se esistono problemi, esistono soluzioni. E’ sempre opportuno non ignorare la bassa percentuale di probabilità di un avvenimento poichè, se esistente, implica il fatto che può verificarsi.

Anche noi di Atobit, facendo supporto ai CDN, ci siamo chiesti come poter tutelare noi stessi e i nostri clienti nel prevenire un collasso simile a quanto avvenuto ieri. Ed ecco che subentra il “famoso “piano B ovvero il fall back (procedura di ripiego ) , un meccanismo che si innesca non appena recepisce la mancata funzionalità dei CDN. Attivando il proprio server personale, il fall back recupera automaticamente i files necessari e garantisce la visibilità del sito; quest’ultimo risulterà di certo meno efficiente e più lento, ma quantomeno funzionale. Pensiamo ai disservizi nelle realtà ospedaliere, bancarie, o in qualsiasi struttura che necessiti di essere online ininterrottamente. Quali e quanti disagi può causare in pochi attimi? Avere a disposizione una soluzione di questo genere permetterebbe di eludere antipatici disguidi gestionali, oltre a mantenere una user experience alta.

Anche per il moderno web vale un motto antico: prevenire è meglio che curare.

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